Jonathan Anderson, storia di un artista eccezionale

Giu 6, 2025 | Brands, Fashion

La sua nomina a direttore artistico della maison Dior ha suscitato grande entusiasmo. Durante gli undici anni alla guida di Loewe, lo stilista nordirlandese, fondatore dell’omonimo marchio JW Anderson, si è affermato con la sua visione singolare, tra sperimentazione, artigianato artistico e cultura pop. Ecco il ritratto di chi non segue le tendenze, ma le crea, ridefinendo, collezione dopo collezione, i confini della femminilità e della mascolinità contemporanee.

Undici anni di Loewe

Da Loewe, Jonathan Anderson ha dimostrato che umorismo e talento non sono incompatibili. Alla guida della celebre casa di moda spagnola dal 2013, ha trasformato un marchio discreto, allora quasi assente sulla scena parigina, in un fenomeno imprescindibile della Fashion Week. Dai capi trompe-l’œil agli abiti-scultura a forma di anthurium, passando per le scarpe Minnie e le iconiche borse Puzzle e Flamenco, Anderson ha saputo costruire un universo concettuale, lucido e couture — un equilibrio raro nel mondo della moda.

Ma dietro questa creatività eccentrica e gli accessori insoliti, si cela un lavoro radicato in una ricerca ossessiva dell’eccellenza. Anderson non è solo un creatore di immagini virali: è un genio artistico la cui creatività ha incontrato l’eccellenza artigianale spagnola, collaborando a stretto contatto con gli atelier per creare capi dalla precisione tecnica straordinaria. Oggi Loewe è uno dei più grandi successi commerciali di LVMH, senza pertanto rinunciare al livello di raffinatezza a cui aspira il prestigioso gruppo: la prova che innovazione e desiderabilità possono coesistere.

Jonathan Anderson ha solo 29 anni quando viene nominato direttore creativo di Loewe. All’epoca JW Anderson, fondato quando aveva 24 anni, aveva già attirato l’attenzione del gruppo LVMH, che ne aveva acquisito delle quote. Da allora, Anderson ha saputo destreggiarsi con maestria tra i due marchi, moltiplicando nel frattempo le collaborazioni, tra cui quella con Uniqlo, e finendo con il convincere sia gli avanguardisti che il grande pubblico.

La sua influenza si spinge al di là dei confini della moda: a lui si devono i costumi di Daniel Craig in Queer, quelli di Zendaya in Challengers, nonché lo spettacolare outfit di Rihanna al Super Bowl 2023 — un momento di fusione perfetta tra cultura pop e alta moda.

Un nuovo capitolo da Dior 

Nel maggio 2025 si apre un nuovo capitolo: Jonathan Anderson viene nominato direttore creativo di Dior, prima per la linea uomo, poi anche per la linea donna. Un incarico a 360°, finora ricoperto solo da Christian Dior in persona. Una doppia nomina, tanto simbolica quanto strategica, che segna un passaggio epocale sia per la maison che per il gruppo LVMH.

Anderson prende il posto di Kim Jones per la linea uomo e di Maria Grazia Chiuri per la linea donna. Quest’ultima è stata la prima donna a ricoprire tale ruolo presso la celebre Maison parigina, lasciando un’eredità tanto discussa quanto iconica, tra dichiarazioni femministe e successi commerciali. Il suo addio sancisce una tendenza chiara: una nuova ondata di stilisti quarantenni si sta affermando alla guida delle grandi case di moda — da Anderson a Mathieu Blazy (da poco nominato direttore artistico di Chanel dopo l’esperienza da Bottega Veneta), passando per Demna, che ha lasciato Balenciaga per approdare da Gucci.

Il primo défilé di Jonathan Anderson per Dior Homme è previsto per il 27 giugno a Parigi. Un appuntamento attesissimo che si preannuncia tra i più attesi dell’anno.

L’eredità di uno stilista eccezionale

Jonathan Anderson ha cambiato Loewe. È riuscito a far dialogare una cultura moda erudita — nutrita di arti visive e letteratura — con riferimenti alla cultura popolare. Le sue borse a forma di mazzi di asparagi non sono semplici gimmick visivi: traducono il desiderio di elevare l’oggetto quotidiano a icona. Con Jonathan Anderson, la moda si ispira alla strada, alla tavola, all’infanzia — per reinterpretarle con il suo sguardo artistico.

Con questo approccio, Anderson ridefinisce la figura dello stilista contemporaneo: artista quanto artigiano, narratore quanto imprenditore, stilista quanto regista. Anderson non si limita a creare bei look: costruisce nuovi universi. Mondi in cui l’ironia convive con il rigore, dove l’eccentricità seduce e il lusso si reinventa costantemente.

Articolo di Julie Boone.