Se fino a poco tempo fa era necessario scegliere da che parte stare – comode con la sneaker o eleganti con il mocassino – oggi questo dilemma appartiene al passato: i codici si mescolano, i confini si sfumano e una nuova generazione di scarpe ibride si fa strada. New Balance, Nike e Hoka aprono la via a un nuovo linguaggio: quello della sneaker-mocassino.
Il mocassino, la calzatura intramontabile
Gli anni passano, le mode cambiano, ma il mocassino resta un’icona immutabile. Negli anni ‘50, i tassel loafers diventano un segno distintivo negli ambienti universitari della Ivy League: pelle lucida nera o bordeaux, nappine eleganti, un’estetica riservata ed elitista. Poi sono arrivate le versioni con fibbie e i modelli con morsetto, resi celebri da Gucci.



A lungo associato all’uniforme preppy, il mocassino si è emancipato dalle sue radici elitarie. Oggi si impone ovunque: sulle passerelle della Fashion Week, nei cortili delle scuole, negli uffici e persino nei guardaroba dei fan di workwear giapponese.
Sneaker-mocassino: un fenomeno destinato a durare
Negli ultimi anni, i giganti dello sportswear hanno iniziato a orientarsi verso silhouette più sobrie. E la scarpa da città — come il mocassino — ha adottato elementi tipici delle sneaker adottando suole (spesso con sistemi d’aria), materiali resistenti e sempre più tecnici. Coniugare stile è ancora più performance Due mondi stilisticamente opposti ora si uniscono in un’unica scarpa versatile, adatta a ogni situazione.



New Balance è stata tra le prime a sperimentare modelli ibridi negli anni 2020. La sua scommessa? Giocare con i codici del mocassino senza rinunciare all’ADN sportivo del brand. Così nasce la 1906L, provocando un terremoto mediatico al momento del lancio. Sulla scia del successo, diverse collaborazioni, tra cui quella con Ganni, hanno confermato la tendenza. Più di recente, la maison di Boston ha lanciato anche una nuova tonalità bordeaux lucido “pomme d’amour”, perfetta per brillare durante le feste.
L’Air, il mocassino secondo Nike
Con la Air Max Phenomena, anche Nike cede alla tentazione dell’ibridazione. Il modello riprende la suola con unità d’aria della Air Max Sunder, nota per l’eccellente ammortizzazione. Questa base tecnica, solitamente associata alla performance sportiva, diventa il fondamento di una silhouette pensata per la città. La costruzione è frutto di un processo ibrido, sviluppato insieme al Serena Williams Design Crew. Addio fibbie e morsetti: resta solo lo swoosh, discreto, posizionato sul collo del piede. Un segno che Nike vuole rispondere alla nuova domanda, lontana dai loghi appariscenti.
Indossata con calzini al ginocchio e short sartoriali, oppure con un completo oversize, la Phenomena alleggerisce la formalità dell’outfit e introduce una nota streetwear. È un invito a sperimentare: mescolare texture, giocare con le lunghezze, osare layering inaspettati e combinare silhouette classiche con tocchi sportswear.
Una scarpa pensata per nuovi stili di vita ibridi
Oggi le giornate sono frenetiche e le donne cercano scarpe capaci di tenere il ritmo: camminare a lungo, salire e scendere le scale, correre per non perdere l’autobus, ma anche restare presentabili in qualsiasi occasione, per un meeting o un pranzo improvvisato. Le sneaker-mocassino rispondono perfettamente a questa esigenza.



Sebbene la loro diffusione sia ancora in corso, la categoria non è più un esperimento isolato: il mocassino si sta trasformando in un classico e ormai i brand di sportswear hanno integrato il modello in modo permanente. Una risposta concreta alle esigenze del quotidiano — e un terreno fertile per chi punta a modernizzare le proprie icone.
In un mercato in cui il comfort è diventato un criterio centrale e le silhouette devono adattarsi a ritmi serrati, la sneaker-mocassino non sostituisce né la sneaker classica né il mocassino tradizionale: colma lo spazio tra i due. Riunendo il meglio di entrambi gli universi, non è più una curiosità.È un nuovo standard destinato a imporsi nel lungo periodo.
Articolo di Julie Boone.







