Il ritorno trionfale di un capo indie sleaze 

Nov 25, 2025 | Fashion, Style

Il dolman, il capo ispirato alla giacca da ufficiale o da ussaro icona degli anni 2010 e pezzo chiave dell’estetica indie sleaze, conquista la Generazione Z e fa il suo ritorno nei guardaroba. Tra eredità militare, rock britannico e una certa nostalgia, ecco perché questo capo cult rifiuta ostinatamente di finire nel dimenticatoio.

Archiviato stile Y2K, torna l’Indie Sleaze 

Quando cominciavamo a farci all’idea che non ci saremmo più tolti di torno lo stile Y2K, ecco che l’Indie Sleaze torna con prepotenza. Una tendenza nata agli inizi degli anni 2010, inconfondibile con i suoi codici ben precisi: giacche da ufficiale, le prime it bag, le mitiche it girl, il trucco “messy” con il khôl e il mascara alla Taylor Momsen, stivali borchiati e jeans skinn. Un’estetica rock, disinvolta e intrisa di nostalgia.

@balmain
@balmain

La dea assoluta di questo stile all’epoca era Kate Moss, quando ancora non si parlava di “indie sleaze” ma semplicemente di stile indie o hipster. Come ha scritto un utente su Reddit:

« Indie sleaze never existed until Gen Z invented it. We were all just called hipsters lol. »

Quella che allora era un’estetica spontanea e caotica oggi diventa un movimento ultra codificato, di cui la Gen Z tenta di far rivivere l’essenza.

Una leggenda militare diventata un simbolo rock

Il capo che molti credono di riscoprire sotto il nome di giacca da ufficiale è in realtà una giacca da ussaro, o più precisamente un dolman: una giacca corta, estremamente decorata, ispirata alle uniformi cerimoniali degli ufficiali di cavalleria. Ricamata con trecce dorate o argentate, porta con sé il prestigio tipico dell’uniforme militare.

E come altri elementi del guardaroba marziale — berretti, cargo, anfibi — anche il dolman fu recuperato dagli artisti. Negli anni Sessanta, Jimi Hendrix, Keith Richards e Mick Jagger lo trasformano in un simbolo rock.

All’inizio degli anni Duemila, la giacca con spalline e alamari torna a imporsi. Nella primavera-estate 2003, Alexander McQueen propone silhouette sospese tra il pirata e l(ufficiale, come riemerse dal mare o da una notte brava. Dall’altra parte della Manica, Balmain, sotto la direzione di Christophe Decarnin, infonde alla maison una nuova energia rock e profondamente contemporanea. Prima ancora della Balmain Army di Olivier Rousteing, Decarnin aveva già tracciato la via.

@alexandermcqueen

Dal guardaroba agli archivi, fino alle collezioni attuali

Oggi non si ripescano soltanto le giacche d’epoca: si riesuma l’intero arsenale dell’era indie sleaze. Tra i ritorni più iconici: le celebre platform vertiginose di Jeffrey Campbell.

I negozi vintage e le piattaforme di seconda mano cavalcano il trend, ma anche i designer contemporanei contribuiscono alla rinascita. È il caso di McQueen, dove Sean McGirr reinterpreta il dolman secondo la propria visione.

Come appropriarsi di questa tendenza oggi?

Per appropriarsi del dolman senza cadere nell’effetto uniforme o rievocazione storica, la chiave è alleggerire la sua eredità militare. È un pezzo forte: deve attirare lo sguardo, pur rimanendo in un look contemporaneo.

Si può giocare con le proporzioni, abbinandolo a un jeans oversize per creare un contrasto interessante tra la struttura aderente del dolman e il volume del pantalone. Il resto può e deve essere essenziale: una semplice t-shirt bianca o un tank top ben tagliato basta a bilanciare l’insieme, lasciando alla giacca il ruolo principale.

@hodanyousuf
@rubipigeon

Se invece vuoi esaltarne il lato rock, prendi ispirazione dalla designer e content creator Laura Le Marquand, che opta spesso per total black black decisi e d’impatto.

Minimal o audace, poco importa: ciò che conta è puntare all’esenziale, così da far risaltare il carattere straordinario della giacca.

Oggi il dolman riemerge attraverso lo spirito disordinato, audace e volutamente imperfetto dell’inizio degli anni 2010, inaugurando un nuovo capitolo nella vita di un pezzo che ha già vissuto mille vite. Tra eredità militare, rock e micro-tendenze, il dolman dimostra che alcuni capi non si limitano a tornare: continuano a riscrivere la loro storia, generazione dopo generazione.

Articolo di Julie Boone.