Gioielli XXL, la tendenza che non passa inosservata 

Lug 10, 2025 | Brands, Fashion

Vaquera, Patou, Vaillant: i marchi vedono le cose in grande, anzi grandissimo. Orecchini monumentali, collane plastron, spille barocche, perle oversize… I gioielli non si limitano più ad accompagnare un look: ne prendono il controllo. Che sia in passerella o sui social, catturano gli sguardi, infrangono le regole del bon ton e riscrivono il concetto stesso di parure.

Da accessori a protagonisti assoluti

Se per molto tempo sono rimasti nell’ombra, usati per completare o abbellire un outfit, oggi i gioielli si prendono la loro rivincita e si impongono come i veri protagonisti di qualsiasi outfit. L’epoca in cui non erano altro che un dettaglio, talvolta passato inosservato agli occhi meno attenti, è ormai alle spalle: oggi i bijoux si mostrano con sicurezza e orgoglio, arrivando persino a rubare la scena agli abiti. Anche durante la settimana dell’alta moda, dove tutta l’attenzione dovrebbe essere rivolta sul prêt-à-porter e la perfezione dei tessuti, sono loro a catalizzare gli sguardi.

Nel mirino: Schiaparelli, ovviamente. Dimentichiamo l’ispirazione al surrealismo immaginario della fondatrice delle stagioni precedenti. Questa volta Daniel Roseberry opta per un’estetica dell’accumulo. Le braccia delle modelle sono sommerse da una pioggia di bracciali scultorei, impilati fino alla saturazione. L’ornamento diventa quasi un’armatura, il gioiello un’estensione del sé.

Stessa musica da Patou, dove Guillaume Henry, fedele a una visione del lusso giocosa e disinvolta, punta tutto sui gioielli XXL. Anche se dobbiamo riconoscere che i gioielli sproporzionati non sono proprio una novità per lo stilista, visto che da diverse stagioni le collane di perle a più fili elettrizzano i suoi look. Lontano dalla discrezione ovattata del bon ton borghese, Guillaume Henry rivendica un’ornamentazione audace e provocatoria in cui anche il semplice punto luce in perla è ingigantito. Il gioiello non è più un dettaglio, ma uno statement: quello di una femminilità che non cerca più di sminuirsi o farsi da parte.

L’assurdo come provocazione 

Da Vaquera, la collezione autunno-inverno 2025 si vuole sfasata:  le perle scendono fino alle ginocchia, le cinture sembrano essere state pompate triplicandone le dimensioni, il reggiseno si trasforma in abito lungo. I gioielli sono firmati D’Heygere, marchio rinomato per trasformare oggetti quotidiani in accessori moda. La collaborazione spinge la logica dell’assurdo fino al limite, svuotando l’accessorio della sua funzione per trasformarlo in qualcosa di volutamente grottesco. Per quanto riguarda Vaillant, invece, quasi nessun gioiello al collo o alle orecchie, ma cinture lunghe come sciarpe e borse oversize con fibbie esagerate.

Dagli anni ‘80 a oggi  

Di fronte a questa passione per l’ornamento estremo ovviamente ci rivengono in mente gli anni ’80. Gli anni in cui la femminilità si esprimeva a lettere capitali: perle, oro, lycra, spalle oversize. Nel 1991, ad esempio, Chanel già impilava le collane in stile armatura. Sono anche anni di crisi, anni in cui tutto ciò che è appariscente diventa una sorta di valvola di sfogo, un modo per esorcizzare la realtà attraverso lo sfarzo.

Oggi i gioielli XXL sembrano rispondere di nuovo a questa tensione onnipresente: troppa  incertezza, allora si amplifica, si esorcizza la troppa omologazione, si esagera per distinguersi dalla massa, per affermarsi, per ritrovarsi.

Il successo dei gioielli XXL si spiega con il fatto che permettono di occupare lo spazio. Con la loro grandezza, la loro brillantezza e il loro tintinnio, si impongono nella scena visiva (e talvolta sonora). Un modo per affermare la propria presenza, in contrasto con la discrezione sociale spesso imposta ai corpi femminili. Il gioiello monumentale diventa così un mezzo d’espressione, una sorta di gesto politico con cui affermare la propria identità.

A tutto ciò si aggiunge l’impatto dei social: nell’epoca dello scroll permanente, un gioiello oversize cattura l’attenzione più facilmente di un accessorio discreto. I marchi l’hanno capito e pezzi spettacolari — collane plastron, orecchini scultorei, spille sproporzionate — vengono pensati per essere fotografati e condivisi. In un feed saturo di immagini, il gioiello diventa un’ancora visiva, un segnale forte di appartenenza a un marchio o a un’epoca.

In un momento in cui la moda flirta spesso con il minimalismo, questi gioielli impongono la loro presenza. Catturano gli sguardi, affermano un’identità e respingono la discrezione. E se queste sovrapposizioni e trasformazioni fossero in realtà un modo per dire no alla cancellazione di sé? In un’epoca che celebra la sobrietà e la discrezione, questi gioielli gridano forte che non ci si deve più scusare di esistere.

Articolo di Julie Boone.