Da Miley Cyrus, musa inattesa di Maison Margiela, alla poesia dark di Alaïa, le ultime campagne moda non si limitano a presentare le collezioni autunnali: ridefiniscono l’identità dei brand, provocano, affascinano e talvolta spiazzano. Ecco 5 campagne potenti che hanno segnato la scena fashion globale.
Alaïa, il bianco e nero come manifesto

Una campagna sospesa tra atemporalità e iper-contemporaneità quella di Tyrone Lebon e il regista Franck Lebon per la stagione FW di Alaïa, che firmano una serie di immagini contrastanti, scattate sulle spiagge deserte del nord della Francia. Protagoniste assolute, Loli Bahia e Nastassia Legrand, incarnano le silhouette monocromatiche immaginate da Pieter Mulier. Un’estetica che dialoga con la ricerca tessile di Jeanne Vicérial: una femminilità austera e rigorosa, ma al contempo enigmatica e magnetica, costruita sulle tonalità iconiche della maison — il bianco e il nero.
La campagna-omaggio di Givenchy

Per la sua prima campagna FW da Givenchy, Sarah Burton ha collaborato con la fotografa Collier Schorr, nota per i suoi ritratti intimi. Nasce così un duo raro nel settore: Burton è l’unica donna direttrice creativa e Schorr l’unica fotografa donna tra le campagne di questa stagione. Un disequilibrio che riflette ancora la mancanza di parità nell’industria della moda. Una scelta tanto più significativa se si considera che la fotografa stessa posa accanto a Vittoria Ceretti, mentre il casting celebra la complicità femminilita: Adut Akech, Kaia Gerber, Eva Herzigova e persino la stilista Camilla Nickerson, storica collaboratrice di Burton dai tempi di McQueen. Tra ritratti a colori e scatti in bianco e nero, la campagna cattura l’autenticità e la spontaneità di queste donne, invitate ad essere se stesse davanti l’obiettivo.
A proposito della campagna, Burton spiega:
« mi lascio ispirare dalla bellezza di tutte le donne, comprese quelle del mio team »
Miley Cyrus: prima musa di Maison Margiela

Per la prima volta nella sua storia, Maison Margiela sceglie la sua prima musa ufficiale e non una qualsiasi: Miley Cyrus, l’ex teen star Disney, oggi icona pop-rock. Glenn Martens provoca una scossa sismica nel mondo della moda. È Paolo Roversi, maestro del chiaroscuro, a raccontarci – attraverso l’obiettivo – una Miley quasi pittorica, a tratti nuda e ricoperta di vernice, a tratti avvolta in capi d’archivio rivisitati. Niente celebrazione del personaggio: l’artista appare immersa e quasi assorbita dall’universo Margiela. Glenn Martens ribadisce così il valore dell’anonimato caro alla maison e apre una nuova fase creativa e di rottura.
McQueen e la febbre vittoriana

Con la campagna FW firmata Glen Luchford, McQueen abbraccia un’estetica teatrale dai richiami puramente vittoriani. Collerette, pizzi, pelle e giochi di movimento raccontano una nuova generazione irriverente, incarnata da modelle come Alex Consani, onnipresente queste ultime stagioni. Il nuovo direttore creativo Sean McGirr si ispira al romanticismo nero ottocentesco per creare un immaginario sensuale e libero, firmando una campagna al crocevia tra passato e presente, tra tradizione e provocazione.
Tommy Hilfiger corre in pista per l’autunno

Prosegue la collaborazione tra Tommy Hilfiger e Glen Luchford. Questa volta il brand sceglie come set della sua campagna un circuito automobilistico. Claudia Schiffer e l’attore Nicholas Hoult posano circondati da auto d’epoca, presentando una collezione che reinterpreta lo stile preppy attraverso i codici della corsa automobilistica, già presenti nella comunicazione del marchio in occasione della promozione del film F1.
Al di là del vestito, queste campagne assumono un ruolo diverso: non si limitano a presentare una collezione, ma trasformano l’immagine in strumento narrativo. Riescono a provocare reazioni virali perché intercettano qualcosa di più profondo: una società in cerca di senso, di nuove forme e di prospettive inedite.
Articolo di Julie Boone.