Fondata a Parigi nel 2021 da Auriane Blandin-Gall, in pochi anni Cèucle si è imposta come uno dei nuovi volti della moda sostenibile, unisex e durevole. Un’estetica minimalista e un impegno etico dichiarato, riconosciuti con il Prix Révélation al Grands Prix de la Création de la Ville de Paris. Ritratto di un marchio nato per durare.
Un guardaroba pensato per durare
Diplomata alla Chambre Syndicale de la Couture Parisienne, Auriane Blandin-Gall fonda Cèucle con l’obiettivo di proporre un guardaroba contemporaneo affrancato dalle stagioni e dal ritmo frenetico della fast fashion. In contrasto con un sistema che rimpiazza una collezione con l’altra ogni sei mesi, la stilista difende una temporalità lunga, fatta di capi che dialogano da una stagione all’altra. «Rendere obsolete creazioni lanciate appena sei mesi prima è un controsenso», spiega.


Da Cèucle, il rapporto col tempo si spinge oltre il ciclo delle collezioni e diventa parte integrante del processo creativo. Il marchio invita i clienti a varcare la soglia dell’atelier, scoprire il dietro le quinte delle creazioni e dare vita a capi su misura pensati per durare tutta una vita. Non si tratta più di una semplice esperienza di shopping, ma di un legame profondo con ciò che si indossa — e con chi lo realizza..
I capi Cèucle vengono pensati come compagni di vita: modulari, sobri e comodi, racchiudendo quell’estetica che il brand definisce “discreta e durevole”.
Tra workwear e poesia giapponese
Auriane Blandin-Gall parla di “abiti timidi” per descrivere le sue creazioni: capi che non si impongono subito, ma si rivelano nel tempo, attraverso la precisione dei tagli, la morbidezza dei tessuti e la raffinatezza delle tonalità.


Le sue silhouette sono ampie e fluide, con volumi ispirati al workwear e ispirazioni giapponesi e scandinave. Ogni capo gioca con i contrasti di materiali provenienti esclusivamente da stock inutilizzati, in palette sobrie e senza tempo. Nessuna ostentazione esagerata, i capi Cèucle puntano sulla sobrietà e l’eleganza del dettaglio: una blusa verde oliva con lacci rimovibili, un kimono in denim grezzo da indossare a pelle o sopra una t-shirt, oppure un pantalone con pinces ampio ed elasticizzato, pensato per adattarsi al corpo che cambia — e persino da condividere con il/la partner.
“Il capo ha il genere che gli si attribuisce: è importante che resti un terreno di gioco”.
Per la designer, l’abito è uno spazio di espressione e libertà. Una visione inclusiva che conquista una nuova generazione di personalità, tra cui il rapper Tuerie, che di recente ha indossato il kimono in denim Cèucle durante un suo concerto.
Un impegno concreto, oltre lo stile
Da Cèucle la circolarità non è un concetto o una promessa: è realtà. Il nome stesso del marchio evoca un legame amicale, solidale, durevole. Per la produzione, la fondatrice ha scelto di collaborare con l’atelier di inserimento professionale Mode Estime, con sede a Saint-Denis. Ogni fase creativa è pensata in modo responsabile, senza mai rinunciare all’attenzione al dettaglio o alla qualità sartoriale.

Un approccio etico ed esigente che non è passato inosservato: il brand ha ricevuto il Prix Révélation dei Grands Prix de la Création de la Ville de Paris, assegnato da una giuria quest’anno presieduta da Vanessa Bruno, con una dotazione di 18.000 euro. Un riconoscimento istituzionale che consacra il giovane brand come una delle realtà da seguire sulla scena parigina, in netta controtendenza rispetto alla fast fashion.
Dal 18 al 21 settembre, Cèucle organizza un pop-up a Parigi, al 13 rue de Saintonge (III arrondissement). Un’occasione unica per incontrare la fondatrice, scoprire il suo universo e magari portare a casa uno di quei “vestiti timidi” pensati per accompagnarci più di una stagione.
Articolo di Julie Boone.