Tempo sospeso: il ritorno alla moda degli orologi vintage

Ago 26, 2025 | Brands, Fashion

In un’epoca in cui lo smartphone ci basta per quasi tutto, anche per guardare l’ora, l’orologio torna ad adornare i polsi. Modelli vintage, quadranti sottili, bracciali in acciaio… Perché questa nostalgia per un tempo scandito al secondo? Scopriamolo insieme.

Metal fever 

La tendenza metallica non si limita più agli interni di design e ormai sembra determinata a conquistare anche i guardaroba con tocchi brillanti. E gli accessori, naturalmente, non fanno eccezione — men che meno gli orologi.

Alcuni modelli, come gli orologi-gioiello firmati Valentino o Calvin Klein negli anni ’90, si collocano a metà strada tra il bracciale e l’orologio: accessori due-in-uno perfetti per chi non vuole rinunciare alla femminilità. In ambito sportivo, il Triax di Nike, l’orologio cult dei primi 2000 dalla forma asimmetrica, oggi è molto ricercato sul mercato dell’usato. Poco importa se sofisticati o ergonomici: questi modelli rétro-futuristi fanno ancora battere il cuore dei vintage lovers.

Impossibile parlare di questa tendenza senza citare il Casio. Icona accessibile e senza tempo, proposto in versione dorata o argentata, spesso con quadrante squadrato dal fascino retrò. Un orologio dall’apparenza semplice, ma che trasuda stile e nostalgia.

Al polso ma non solo…

Oggi l’orologio è un accessorio da polso, ma non è sempre stato così. Fino al secolo scorso era portato appeso a una catenella o infilato in un gilet: l’orologio da taschino era una sorta di marcatore sociale, un gioiello di rappresentanza.

Il primissimo orologio da polso risalirebbe al 1810 circa. Fu creato da Abraham-Louis Breguet per Caroline Murat, regina di Napoli e sorella di Napoleone. Un oggetto pensato inizialmente per le donne, ben prima che gli uomini se ne appropriassero.

La Prima guerra mondiale ne accelerò la diffusione. Con l’arrivo dello smartphone ha perso progressivamente utilità pratica, ma oggi lo si indossa soprattutto per ciò che rappresenta. Alla sfilata Autunno-Inverno 2025 di Louis Vuitton, Nicolas Ghesquière ha portato in passerella la propria riflessione sul rapporto tra tempo e viaggio, presentando la collezione sui binari di un’ex stazione parigina. Alcune modelle indossano gli orologi come pendenti, trasformandoli in amuleti contemporanei.

Gli orologi in passerella non sono certo una novità. Spesso discreti, ma comunque presenti, appaiono sempre più spesso grazie alle collaborazioni tra case di moda e grandi orologiai: Schiaparelli con Beauregard, Georges Hobeika con Audemars Piguet e Givenchy con Bulgari e il suo iconico orologio-serpente impreziosito da pietre preziose.

Riprendere il controllo del tempo

In un mondo saturo di schermi, notifiche e flussi continui, l’orologio vintage funge da un controtempo. Non compete più con la precisione digitale dello smartphone: incarna qualcos’altro, una padronanza simbolica del tempo. Il tempo che scegliamo di osservare, piuttosto che quello che ci sfugge.

Guardare l’orologio diventa quasi un rituale. Non un riflesso compulsivo come controllare l’ora sul telefono, ma un modo per riprendere il controllo sul ritmo frenetico delle nostre giornate.

Indossare un orologio, soprattutto se vintage, significa adottare un approccio diverso alla temporalità: quella di un tempo lento, analogico, segnato dalle lancette e dal loro ticchettio. Forse è per questo che torna a sedurre: in un’epoca dominata dalla velocità, diventa un modo per segnare una pausa, per affermare che possiamo scegliere il nostro ritmo, lontano dalla dittatura prepotente degli schermi.

È anche un’eredità. Un orologio antico o vintage evoca un legame con chi ci ha preceduto: genitori, nonni, epoche non vissute ma che desideriamo ricordare.

In un mondo che parla di disconnessione e rallentamento, l’orologio vintage si afferma come gesto di resistenza. Un ritorno all’essenziale in un mondo iperconnesso.

Articolo di Julie Boone